
Rimini da Roma ai Malatesta.
Iniziativa 250698 - Sezione Cesena-Faenza
Un viaggio a ritroso nel tempo che ci porterà a scoprire le radici romane della città e l'epoca del dominio malatestiano: dal Ponte di Tiberio all'arco di Augusto, dai mosaici e il corredo di attrezzi medici della Domus del Chirurgo,fino alle architetture rinascimentali del Tempio Malatestiano e del Tempietto di Sant'Antonio,
Proposta:
il Ponte di TIberio
Ponte romano sul fiume Marecchia, l'antico Ariminus intorno al quale era sorto il primo insediamento cittadino, collega ancora oggi la città e il suburbio (borgo San Giuliano). Da qui iniziano le vie consolari, Emilia e Popilia, dirette al Nord. La via Emilia, tracciata nel 187 a C. dal console Emilio Lepido, collegava Rimini a Piacenza; attraverso la via Popilia, invece, si raggiungeva Ravenna e si proseguiva fino ad Aquileia. Il ponte, iniziato da Augusto nel 14 e completato da Tiberio nel 21 d.C. si impone per il disegno architettonico, la grandiosità delle strutture e la tecnica costruttiva. Poco spazio è concesso invece all'apparato figurativo, comunque intriso di significati simbolici. Realizzatp in pietra d'Istria, si sviluppa su cinque arcate che poggiano su massicci piloni muniti di speroni frangiflutti ed impostati obliquamente rispetto all’asse del ponte, in modo da assecondare la corrente del fiume riducendone la forza d’urto, secondo uno dei più classici accorgimenti ingegneristici.
Il ponte è sopravvissuto alle tante vicende che hanno rischiato di distruggerlo: dai terremoti alle piene del fiume, dall’usura e agli episodi bellici, tra cui l’attacco inferto nel 551 dal generale Narsete durante la guerra fra Goti e Bizantini di cui restano i segni nell’ultima arcata verso il borgo San Giuliano, e, ultimo, il tentativo di minarlo da parte dei Tedeschi in ritirata nel 1944.
l'Arco di Augusto
Edificato nel 27 a.C. in onore di Cesare Ottaviano Augusto è il più antico degli archi romani superstiti e sorge nel punto di arrivo della via Flaminia, che collegava Roma a Rimini. La sua architettura è esaltata da un ricco apparato decorativo, denso di significati politici e propagandistici. L'apertura del fornice, talmente ampia da non poter essere chiusa da porte, ricordava la pace raggiunta dopo un lungo periodo di guerre civili. Tra la ghiera dell'arco ed i capitelli si possono ammirare quattro divinità che esaltavano la grandezza di Roma e la potenza di Augusto: nel lato esterno Giove, con il fascio di folgori, espressione del potere imperiale, e Apollo, caro ad Augusto ed alla sua famiglia, con la cetra e il corvo, simboli del suo legame con la musica e della sua facoltà di parlare attraverso gli oracoli; verso la città Nettuno, con il tridente e il delfino, e Roma, con la spada e il trofeo, immagini del dominio sui mari e sulla terra. Su entrambe le facce dell'Arco sono collocate due teste di bue che attestano la status di colonia romana della città.
I lavori di isolamento del 1937-39 confermarono che l'arco era una porta urbana legata sui due fianchi con le mura della città. La costruzione originaria, in muratura rivestita da pietra d’Istria, era sormontata da un attico che doveva completarsi con una statua dell'imperatore a cavallo o su di una quadriga. La sommità, forse crollata per i terremoti, nel Medioevo venne sormontata da una merlatura, presente ancora oggi.
La Domus del Chirurgo
E' un sito archeologico nel centro storico di Rimini che conserva i resti di una domus romana del II secolo d.C. Si trova nella zona settentrionale dello scavo di piazza Ferrari. Il suo ottimo stato di conservazione e la ricchezza del corredo di reperti, ne fanno un sito archeologico di grande rilievo ed è uno splendido esempio di architettura romana, con le sue stanze dai pavimenti musivi e i soffitti e le pareti decorate da affreschi policromi. La domus, dove sono conservati i resti dei diversi ambienti, ha restituito una grande quantità di reperti grazie ai quali è stato semplice ricostruire l’identità del padrone di casa. Il ritrovamento più significativo è una cassetta contenente 150 ferri chirurgici: il proprietario, chiamato Eutyches, era un medico chirurgo militare probabilmente d i origine greca.Questo corredo è esposto nel Museo Civico Luigi Donini. La domus venne distrutta da un incendio verso la metà del III secolo nel corso di una scorreria di Alemanni.
L’area restò disabitata fino al V secolo, quando l'imperatore Onorio spostò la capitale a Ravenna. Al V-VI secolo risale un palazzo che gli scavi hanno riportato alla luce nella zona meridionale del complesso. Si tratta di una costruzione probabilmente di proprietà di un ricco dominus. Il palazzo si sviluppava intorno a un giardino interno abbellito da una fontana a ninfeo con canali e comprende molte stanze, ornate da mosaici policromi a motivi geometrici, affacciate su un corridoio. Alcune di esse risultano anche riscaldate. L’agiatezza del padrone di casa è dimostrata idalla presenza di un’aula absidata, che probabilmente veniva usata come sala di rappresentanza. Il palazzo decadde nel VI secolo, con la guerra tra Goti e Bizantini.
Il Museo Civico Luigi Donini
Ospitato nel settecentesco Collegio dei Gesuiti. il museo racchiude memorie civiche provenienti da scavi, chiese ed edifici cittadini e importanti opere in deposito.
Qui si snoda il racconto del cammino dell’uomo nel territorio riminese dalla preistoria all'età contemporanea, un racconto lungo un milione di anni che inizia sulla spiaggia, dove l’uomo primitivo scheggiava la selce, e che prosegue, fra archeologia e arte, proponendo straordinarie unicità. Unico è il corredo di strumenti chirurgici di un medico vissuto nel III secolo, così come rarissimo è il quadro in vetro (pinax) che ornava la sua domus. In Pinacoteca sono esposti i capolavori della "Scuola Riminese", una delle più importanti realtà del Trecento, ispirata alla lezione di Giotto mentre, del periodo aureo della signoria dei Malatesta, le tavole di artisti di grandissimo rilievo come Giovanni Bellini, Domenico Ghirlandaio, Agostino di Duccio, Pisanello e Matteo de' Pasti. Il Seicento è rappresentato da straordinari dipinti, opera di maestri di rilevanza internazionale, dall’esuberante Guido Cagnacci al più meditativo Centino, al Guercino, pittore di grande sensibilità cromatica e Simone Cantarini.Uno spazio permanente è dedicato alla grafica di Renè Gruau, protagonista internazionale nel campo dell'illustrazione di moda.
Il Tempio Malatestiano
La Basilica Cattedrale di Rimini è uno degli edifici simbolo dell’Umanesimo italiano, un capolavoro di solenni forme rinascimentali che si erge nel centro storico di Rimini, meglio conosciuta come “Tempio Malatestiano” in memoria della famiglia di Sigismondo Pandolfo Malatesta che intorno alla metà del Quattrocento ha profondamente trasformato la costruzione, affidando i lavori all’architetto Leon Battista Alberti. All’interno del Tempio sono conservati il crocifisso di Giotto e un mirabile dipinto di Piero della Francesca che ritrae Sigismondo Pandolfo Malatesta inginocchiato davanti a San Sigismondo.
Il Tempietto di Sant'Antonio
Agli inizi del Cinquecento fu edificato il Tempietto dedicato a Sant'Antonio da Padova in ricordo del miracolo che, nel XIII secolo, intorno al 1227, rese una mula devota all’ostia consacrata. Luigi Tonini documenta che il tempietto fu iniziato nel 1518 e ultimato nel 1532.
Nel 1672 a seguito del terremoto che colpì la città il tempietto crollò: rimase integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Il tempio fu ricostruito utilizzando gran parte del materiale recuperato dal crollo. Dal 1678 comincia la ricostruzione completa, con l’impiego di nuovi e pregiati marmi di pietra bianca d’Istria. Di nuovo danneggiato con il terremoto del 1916, fu sottoposto ad altri interventi nel corso del Novecento: negli anni venti, negli anni cinquanta, infine negli anni ottanta, per il consolidamento della cupola.
Nel 2024, il monumento, ha subito un ulteriore intervento di restauro sia interno che esterno. I lavori hanno interessato sia la parte esterna, con un consolidamento e una pulitura complessiva della Pietra d’Istria e della pietra di San Marino e restauro della copertura, sia gli infissi, i fregi e le parti metalliche: sono state oggetto di intervento la colonna in materiale lapideo, la volta intonacata, gli affreschi interni, la scultura lignea, gli impianti presenti ed è stata realizzata una nuova illuminazione interna.
A forma ottagonale, il templio si presenta contornato da colonne e rivestito di marmi.
Al suo interno, sotto l’altare, è conservata la colonna con capitello romanico, conosciuta come colonna del miracolo, sulla quale secondo la storia salì Sant’Antonio per il miracolo della mula all’ostia consacrata. La leggenda vuole che il santo stesse porgendo l'ostia consacrata ai cittadini quando passò di lì un contadino in compagnia di una mula, a digiuno da alcuni giorni. La mula, rifiutata la biada ed il fieno che le erano stati messi davanti, si prostrò di fronte alla mano del santo che teneva l'ostia consacrata.
Agenda programma:
Ore 14.45 ritrovo partecipanti al Ponte di Tiberio angolo Via Marecchia
ore 15 inizio tour guidato
ore 18/18.30 termine tour
ore 19 ritrovo al ristorante al Ristorante Grotta Rossa, via della Grotta Rossa 13 Rimini
ore 19.15 inizio cena
La quota comprende:
Tour guidato dei monumenti di Rimini con accesso alla Domus del Chirurgo, al Museo Civico Luigi Donini, al Tempio Malatestiano e al Tempietto di Sant'Antonio
Cena con menù dedicato al ristorante Grotta Rossa di Rimini
La quota non comprende:
Tutto quanto non indicato in "la quota comprende".
Per aderire all'iniziativa è necessario essere socio FITeL e sottoscrivere l'assicurazione: la tessera (costo 1 euro per Famigliari conviventi ed Aggregati) e l'assicurazione (costo 3,5 euro per Soci, Famigliari conviventi ed Aggregati) hanno validità annuale (anno civile) e vengono attivate in occasione della prima partecipazione ad iniziative del CRAL.
Assicurazione:
Si ricorda che con il tesseramento a FITeL (costo 1 euro) e l'adesione alla polizza (costo 3,5 euro) - con validità anno civile - addebitate in occasione della prima iniziativa, sono previste le seguenti coperture assicurative:
a) Infortuni occorsi durante attività del CRAL - FITeL, comprese quelle sportive dilettantistiche; invalidità permanente: massimo 30.000 euro; morte: massimo 30.000 euro; spese sanitarie: massimo 2.500 euro con franchigia di E 100, salvo una franchigia pari al 20% (minimo 150 euro) nel caso di strutture private.
b) Responsabilità Civile verso Terzi dei soci FITeL: la garanzia è prestata per tutti gli iscritti FITeL relativamente alla Responsabilità Civile verso Terzi per la partecipazione alle attività svolte dal socio e previste dallo statuto del CRAL e della FITeL. Massimali: 300.000 euro per ogni sinistro, per persona e per danni a cose o animali.
Copie integrali delle polizze sono consultabili e prelevabili in formato pdf ai seguenti link:
Note:
Collaborazione tecnica
Guida turistica Silvia Togni
Ristorante Grotta Rossa Rimini
Ad avvenuta conferma della realizzazione dell'iniziativa non sarà garantito il rimborso della quota in caso di mancata partecipazione
La quota di partecipazione, unitamente ad eventuali costi aggiuntivi riferiti ad extra non inclusi nella quota, pagati dal Cral in nome e per conto del partecipante, potranno costituire oggetto di conguaglio al termine dell'iniziativa. Per contro, ovviamente, sarà previsto una riduzione della quota e/o del contributo originariamente indicato a fronte di minor costi accertati.

