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Il cane di terracotta

Andrea Camilleri

Presentazione:

Il solito delitto di mafia, misterioso e intricato, a Vigàta, cittadina fantastica e metaforica in terra di Sicilia, dove Camilleri ambienta il suo secondo romanzo giallo, con protagonista il commissario Montalbano. Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale - è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove. Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale; due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant'anni prima. E Montalbano indaga, con l'aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti - 'un'indagine in pantofole, in case d'altri tempi, davanti a una tazza di caffè'. La Sicilia è terra che da sempre si presta al genere giallo e poliziesco, cui fornisce il suo teatro di contrasti e di arcaismi. Camilleri, però, del giallo siciliano è, in senso proprio, un innovatore. Una grazia particolare di raccontatore, una lingua che si modula senza sforzo e fastidi sul dialetto, una potenza di comicità, ma soprattutto vi aggiunge l'intuizione completa dei nuovi scenari, quel miscuglio di culture millenarie con ciò che i sociologi denominano 'modernizzazione senza sviluppo'.
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